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Satya Nadella ha ragione: gli assistenti vocali sono stupidi e l’IA generativa può cambiarlo

Sono ormai oltre 10 anni che le principali aziende tecnologiche lavorano sugli assistenti vocali, in particolare Apple con il proprio Siri, Amazon con Alexa, Google con Google Assistant e la stessa Microsoft con Cortana.

La prospettiva di parlare con il proprio telefono e avere risposte a domande, curiosità e persino informazioni sulla propria vita frenetica sembrava il futuro fino a quando non ci siamo resi conto che sono poco intuitivi e non soddisfano le aspettative.

Durante una recente intervista con il Financial Times, anche il CEO di Microsoft Satya Nadella ha espresso il suo scetticismo sugli assistenti vocali, definendoli “stupidi come una roccia”. Secondo lui, questi dispositivi sono solo “orologi glorificati” che non offrono alcun valore aggiunto agli utenti. Il problema maggiore degli attuali assistenti vocali è che non sono in grado di capire il contesto, la domanda e dare la risposta più appropriata per l’utente.

Può l’intelligenza artificiale generativa cambiare qualcosa?

L’intelligenza artificiale generativa , come dimostrato dal nuovo Bing basato su ChatGPT, ha la capacità di creare contenuti originali e realistici e di capire in maniera più naturale le richieste degli utenti. Si tratta di una tecnologia che promette di rivoluzionare diversi settori, tra cui quello degli assistenti vocali.

A pensarla così è anche il co-creatore di Siri, Adam Cheyer, che ha dichiarato: “Fondamentalmente, questa tecnologia consentirà quell’ampiezza, flessibilità e complessità che non esistevano con la precedente generazione di assistenti vocali. Penso che ci sarà una rinascita”

Vedremo se Microsoft, forte della grande attrattiva avuta con il nuovo Bing, porterà sul mercato prossimamente un assistente vocale in grado di sfruttare a pieno l’intelligenza artificiale generativa vista sul nuovo Bing nelle ultime settimane.

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